Un’estate senza paura

Trovo sempre che l’estate sia il momento ideale per fare pulizia dentro se stesse, un po’ come a dicembre. Beh, in questo caso non é un anno che si conclude, in compenso il caldo ci rende più lente e con un po’ di fortuna anche meno occupate con le questioni della vita quotidiana. In questi giorni cerco di trovare più tempo per me stessa, leggo qualche libro bello e utile, faccio il bagno e lascio all’acqua tutto ciò che mi tedia. É una sorta di rinascita che avviene quasi sempre a luglio, quando fare i bagagli e partire diventa anche un viaggio mentale, da intraprendere solo con se stesse.

Foto: Zen per Qualcosa di Blu – Trieste

Foto: Zen per Qualcosa di Blu – Trieste

Ed ecco ciò che ho imparato

  • Ci sono paure che derivano da proiezioni altrui, soprattutto da quelle dei genitori. A un certo punto della vita bisogna lasciarle andare e no, non é mai troppo tardi
  • Buona parte del nostro bagaglio di paure è definito da entità invisibili, come la paura di non piacere, del fallimento, dell’abbandono o del tradimento… Acquisiamo molte di queste dinamiche soprattutto attraverso i rapporti con gli altri. A questo punto vale la pena chiedersi se le paure sarebbero le stesse, se uno invece di occuparsi del mondo esterno si occupasse di quello interno
  • Più tempo per noi stesse non vuol dire essere egoiste, anzi, é piuttosto un’opera d’amore che é giusto regalarsi. E come sempre vale questa regola: se non ti ami, non aspettarti che lo facciano gli altri
  • É normale avere in armadio scheletri e paure semi nascoste, ma non affrontarle non le porta più lontano, anzi, le rende solo più subdole. Conclusione: rimbocchiamoci le maniche e tiriamo fuori la grinta, così non solo mettiamo a posto l’armadio, ma ci regaliamo anche una nuova veste. In tutti i sensi.
  • Autocontrollo è la parola chiave. Ciò non ha niente a che fare con la repressione dei sentimenti, bensì con la capacità di filtrare quello che proviamo, in modo che non “esploda” portandoci ad agire in modo da danneggiare noi stessi e gli altri.

Foto: Zen per Qualcosa di Blu – Trieste

Foto: Zen per Qualcosa di Blu – Trieste

Durante questa estate potete fare una bella scommessa con voi stesse e cercare di stimarvi di più. Una delle caratteristiche della fragilità emotiva è l’eccessiva dipendenza dalle opinioni altrui, una sorta di trappola nella quale spesso cadiamo. Si inizia coi genitori, si prosegue col partner, si finisce coi figli, nel bel mezzo parenti, vicini e sconosciuti. Un circolo vizioso doloroso e pericoloso, dal quale tuttavia si può uscire. Impariamo inoltre ad affrontare il rifiuto e gestirlo senza che faccia male, che lasci cicatrici o che condizioni le proprie azioni.

Foto: Zen per Qualcosa di Blu – Trieste

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Quando percepiamo noi stessi come persone emotivamente forti, si accende in noi il desiderio di esplorare, di cambiare. Per questo cerchiamo nuove esperienza. Tutto quello che è nuovo produce solitamente una sorta di timore, ma in alcuni momenti della nostra vita è anche l’unico modo per andare avanti. Molte volte, quando tronchiamo una relazione o ci allontaniamo da un’amicizia ci sentiamo dire:”Sei cambiata!” e questa frase viene sempre presa come una sorta di offesa. Invece bisognerebbe rispondere:”Sì, sono di certo cambiata e sono diventata migliore“.

Care lettrici, pensateci su, se volete. Il mio augurio per questa estate é che ognuna di noi riesca a scoprire cosa è meglio per se stessa.

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