Il dolce far nulla senza sensi di colpa
Ragazze mie, prendetevela comoda! Ne stavo parlando qualche giorno fa con una collega psicologa ed ecco che davanti a me si è sciolta una valanga di sensi di colpa. Fare niente, nella nostra cultura, equivale a non essere produttivi, quindi, in poche parole, un mezzo fallimento. È invece molto interessante notare come nelle culture orientali fare nulla sia non solo lecito, ma anche utile per l’anima, la mente e la crescita personale. Prendersi tempo e perdersi nei propri pensieri, magari stando seduti in balcone senza fare nulla in particolare, è estremamente rilassante. Ci mettiamo così tanto sotto pressione, sempre con la frenesia di fare e disfare, che concederci una meritata pausa ci sembra disdicevole, specialmente quando vediamo le altre sfrecciare attraverso la vita senza fermarsi a riprendere fiato. Oppure quando in casa sentiamo costantemente “Mamma, mamma!” e ovviamente essere una buona mamma vuol dire stare sempre a disposizione.
Ma è davvero così? Mi sono convinta del contrario. Mettere i paletti è fondamentale per la nostra salute mentale, per trovare noi stessi, per creare angoli sicuri e solo nostri, senza il brusio del mondo. Uno studio ha dimostrato che le donne sono più stressate a casa che sul lavoro, anche se non hanno figli. Non mi sorprende, con le interminabili to-do list che incombono sulle nostre ore serali e i nostri weekend. Se/quando non rispettiamo la tabella di marcia, ecco che arrivano i sensi di colpa. Le donne, più degli uomini, sono condizionate a sentirsi in colpa quando non sono produttive. Mentre stanno facendo una cosa, pensano che dovrebbero farne un’altra: un atteggiamento mentale logorante che ovviamente ci fa sentire in colpa se, per un attimo o forse più di uno ci fermiamo.
Il periodo del lockdown ha portato in me tanti cambiamenti. Di certo molti pensieri che prima non avevo e anche preoccupazioni che faccio fatica a far tacere, ma mi ha portato soprattutto la consapevolezza di voler stare da sola, almeno ogni tanto e almeno una volta al giorno, sola con le mie idee, i miei bisogni, a cercare il bello nella natura, a non cucinare, pulire, scrivere, o lavorare. A fare niente, per l’appunto. Sarà che non avendo più 30 anni è difficile mettermi in testa idea che non accetto o che non sento mie, quindi non mi faccio proprio dire se sia giusto o sbagliato, lo faccio e basta. Ho iniziato gradatamente, un po’ alla volta, perchè è stata una sfida e in fondo le sfide mi piacciano. No, non è stato prettamente semplice, ma è stato tanto utile, quindi vi consiglio vivamente di farlo.
Le mi giornate di dolce far niente contribuiscono al mio successo, anche perchè le intuizioni più brillanti arrivano quando si è in totale relax.