La parte che scegliamo
Questa settimana mi sono imbattuta, ovviamente non per caso, in un libro particolare che ha catturato tutta la mia attenzione. Scritto da un monaco buddista ti fa davvero aprire gli occhi sulla realtá e sul modo che abbiamo di vedere le cose. Difficilmente infatti vediamo la realtá per com’è in quanto siamo incapaci di guardare alla figura nel suo insieme. È un po’ come se davanti avessimo una quadro stupendo, ma decisamente troppo grande per vederlo tutto e allora ci concentriamo solo su una parte. La parte che scegliamo.

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen
Ho scritto più volte che l’estate è la mia stagione, essendo per me anche un grande momento ti introspezione, in cui il tempo si dilata e i momenti che dedico solo a me stessa sono tanti. Come donna posso solo dire che capisco molto bene cosa vuol dire trascurare l’anima, sentire mille campanelli di allarme e non ascoltarli, oppure andare avanti come se nulla fosse, quando invece il mondo che hai sulle spalle si fa decisamente troppo pesante. Ecco, io sono una di voi, ma questo già lo sapete. Percepire la realtà cosí come noi scegliamo di vederla, e magari non come é realmente, apre nella mia mente una serie di porte che a loro volto danno ad altrettanti corridoi, stanze e giardini segreti. Insomma, un enigma. Ma al tempo stesso questo anche mi consola. La mente sceglie, semplicemente sceglie ciò che può o vuole vedere, non curandosi del fatto che il quadro intero possa essere ben diverso. Ciò vuol dire che facilmente sbagliamo a giudicare persone e situazioni e altrettanto facilmente rifacciamo gli stessi errori. È quasi un procedimento logico, che purtroppo porta a molti sensi di colpa. E qui sbagliamo nuovamente.

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen
Con in mano la mia scopa immaginaria faccio pulizia. Lo faccio sempre, quando le temperature salgono e credo sia molto salutare per la mia anima. Non vogliatemene, ma sinceramente ci occupiamo troppo di chi non ci merita e forse neppure ci vuole, e troppo poco di quello che vogliamo noi. Ogni qual volta mi imbatto nella mi amica psicologa e le chiedo come stanno i suoi pazienti, lei mi dice:”Beh, non sanno ciò che vogliono e questo è un grande problema”. Cosí mi rimetto a rimuginare, per scoprire, ancora una volta, che pure io potrei farle da paziente, in quanto in tanti momenti della vita è davvero difficile capire dove siamo, cosa vogliamo e soprattutto quale strada sarebbe bene prendere. Per citare un po’ di buona e sana filosofia zen potrei dire, che in realtà tutte le strade sono giuste, ma se ci fosse dato dare una sbirciatina dietro all’angolo, sarebbe più facile capire le conseguenze. Eppure…la vita rimane incantevolmente magica anche per questo suo alone di mistero, in cui ti perdi con gli occhi pieni d’amore, per poi ritrovarti tutto da un’altra parte. Ma va bene cosí.

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen

Foto: Zen
Se quindi dovessi tirare le somme del libro, direi semplicemente che ci colpevolizziamo troppo per decisioni sbagliate, cadute e offese fatte o subite, rimanendo incapaci di gettare, almeno a volte, tutto alle spalle. Non so voi, ma io sono un po’ stufa di queste zavorre pesanti, non le voglio proprio, e la cosa più triste e che sono proprio io a riempirle di sassi. Ne parlavo l’altro giorno con mia madre, che sa sempre sorprendermi coi suoi occhi limpidi e i consigli diretti, senza fronzoli o deviazioni che non servono a nulla. Se ne esce con un chiaro e netto:”Pensa un po’ di più a te stessa, che se non sei felice non lo saranno neanche le persone intorno a te. E se non ti aggrada cambia, cambia tu, cambia via, cambia tutto. Non penserai mica che sia possibile fermare una donna che sa cosa vuole?“.

Foto: Zen
Ecco, appunto. Sapere cosa si vuole. Grazie mamma.