L’arte di rimanere semplici e non giudicare

Saper rimanere semplici e non giudicare sono le caratteristiche che maggiormente apprezzo nelle persone che incrociano il mio cammino. Al contempo sono anche quelle che incontro piú raramente, perché per rimanere semplici bisogna sapersi adattare, accettarsi e accettare, per nn giudicare invece, bisogna rendersi conto che mai, ma proprio mai, siamo nella condizione di avere il diretti di giudicare persone o cose, senza conoscerle a fondo e senza avere la minima idea di quale sia la loro storia. Charles Dudley Warner disse: “Semplicità è fare il viaggio di questa vita con solo il bagaglio necessario.” Una grande qualitá quindi, che richiede purezza d’animo e forse anche la consapevolezza di gioire delle piccole cose, di essere grati e quindi di non avere mai il bisogno di giudicare gli altri.

Foto: Zen

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La situazione che ci ha tenuti in pugno negli ultimi mesi ha di certo creato molti vuoti. Innanzitutto si sono incrinate le relazioni, soprattutto quelle poco solide, poi é saltata fuori la solitudine, infine il dubbio sulla nostra esistenza e su quello che sará. Forse molti si saranno anche interrogati sul ruolo che abbiamo gli uni nella vita degli altri e sul fatto che siamo davvero parte di una catena, se per strada perdiamo gli anelli, non va mica tanto bene. Essere individualisti, egocentrici e brutali in un mondo, che da noi richiede soprattutto equilibrio, porta non solo alla malattia, ma a lungo andare anche alla morte.

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Io dico che qualche lezione l’abbiamo imparata. Una prima infarinatura c’é stata, ora sta a noi capire cosa farne. Le menti semplici accettano spontaneamente l’esistenza di più punti di vista; in questo modo, trasformano il problema in una valida fonte di arricchimento personale. Un’altra caratteristica che definisce le sue relazioni è l’orizzontalità. Chi agisce con semplicità dà lo stesso valore ai potenti e alle persone umili. Non cambia la sua personalità né il suo modo di trattare gli altri a seconda di chi si trova davanti. Essere semplici ci permette di camminare senza bagagli inutili e di rimanere al contempo attenti e sensibili alla realtá degli altri.

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E incrociando realitá diverse dobbiamo avere anche la saggezza di non giudicare. Senza rendercene conto, troppo facilmente ipotizziamo ciò che accade nella vita di un’altra persona. Commettiamo l’errore di completare un’informazione che non conosciamo con una storia inventata da noi. Ci sbagliamo senza esserne consapevoli, ricamiamo sopra e alla fine spargiamo pure la nostra storia, che molto probabilmente rimarrá a lungo nell’aria, ferendo non solo i diretti interessati, ma anche quelli implicati di riflesso. Non sono immune a questo errore umano, ma cerco sempre di ricordarmi che, quando giudico qualcuno, le parole che uso dicono ben poco sulla persona in questione, mentre dicono molto su di me. Giudicando, chiudiamo le porte dell’empatia.

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Se una storia ci interessa cosí tanto da dover proprio parlare, magari facciamo meglio a domandare. Cosí almeno avremo una risposta piú corretta. Ma prima di domandare chiediamoci comunque se sono affari nostri, perché molte volte non lo sono.

2 Comments

  1. Anna

    Condivido pienamente tutto!

    Che bel cerchietto ….intrecciato!

    Anch’io voglio prendermene uno…………….a forma di treccia…….l’ho visto su Stradivarius…..ovviamente comprerò anche altro….per ora,solo online…..niente shopping nei negozi,meglio esser prudenti e cauti.

    Un abbraccio,
    Anna

    • Lorella Flego

      Grazie Anna! I cerchietti ormai sono parte di me, ne ho una collezione da far invidia 🙂 Ti abbraccio! Buona giornata

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