L’importanza di scegliere come reagire
Il 2020 ha regalato, cedo un po’ a tutti, la capacitá di essere resilienti. Il che sembra un parolone, ma é in realtá una cosa molto umana nonché facilmente comprensibile. La resilienza é la capacità dell’individuo di adattarsi in maniera positiva ad una condizione negativa e traumatica e visto l’anno appena passato é stato, a dir poco, diverso, beh, devo dire che siamo stati tutti molto resilienti. Tuttavia, indagando su questa capacitá, ho scoperto che apre strade ancora sconosciute, ma soprattutto la voglia di indagare ancora piú profondamente sull’animo umano e sulla sua complessitá. Il che porta, davvero ogni volta, al discorso di quanto sia importante sapere scegliere come reagiamo.
Perché le cose accadono, questo é certo, e non possiamo controllarle, peró possiamo sempre scegliere come reagire e quali emozioni usare.
Non deve stupire che il 2020 abbia innescato molti processi legati a rabbia, tristezza e frustrazione. Ed é innegabile che rimanere intrappolati in queste emozioni sia alquanto facile, uscirne invece non é cosí scontato. Ció che dobbiamo imparare a fare piú frequentemente é cambiare prospettiva, staccarci da un certo punto di vista ed entrare in territori forse ancora sconosciuti. Lasciare la cosiddetta comfort zone non é di certo semplice, ma é essenziale se vogliamo crescere. E siccome siamo ancora a gennaio, quindi all’inizio di un nuovo anno, direi che non c’é occasione migliore per mettere in atto un processo di crescita diversa.
In questi ultimi mesi ho imparato a fare due cose: sono piú grata e consapevole di ció che possiedo e sono piú propensa a ritagliarmi spazi miei. Il che non é semplice, tra la scuola a distanza e gli impegni di lavoro, ma é fondamentale per farmi sentire bene. Non ho scoperto l’acqua calda, ma devo dire che non ho mai prestato troppa attenzione, o dedicato sufficientemente tempo, alle mie necessitá. In fondo fare la mamma é anche questo: mettere sempre gli altri al primo posto.
E poi ho riscoperto la neve, che in queste ultime settimane ha ricoperto di bianco non solo le case, ma anche gli animi, riempiendoci di silenzio e pensieri ovattati, che molte volte hanno il potere magico di proteggere il cuore.
Insomma, mi sono riorganizzata. E ho scoperto non solo un mondo nuovo, ma anche tanta voglia che il tempo rimanga cosí com’é ora, un po’ fermo, rarefatto, prezioso e senza gingilli inutili. Se da una parte mi mancano i bar e i caffé con le amiche, dall’altra ho piú tempo per fare altre cose e meno da passare in riunione, o a spiegare idee a persone sorde e a volti che non mi interessa guardare. E un po’ come iniziare a mettere dei punti, a chiudere porte per poi scoprirne altre, a percepire il vero volto delle persone, soprattutto di quelle che portano due maschere, una per il virus e l’altra per la vita.
Sono tempi incerti, questo é sicuro, ma sono anche tempi con grandi occasioni di scoperta e introspezione. Trovo nella natura tutto ció di cui ho bisogno, mi lascio inebriare dall’odore delle cortecce di abete, sento vibrare il bosco che solo l’anno scorso sembravo fermo, assorto nei suoi pensieri e cosí lontano da me. In questo universo completamente diverso da ció che conosco ritrovo me stessa. Ed é una bella scoperta, una piacevole compagnia, una sensazione di benessere fisico che va diretto all’anima. E ancora una volta mi ritrovo a pensare che, tutto sommato, va bene cosí.