Quando la sorellanza viene a mancare

Mi dicono che un tempo eravamo tutte streghe, chi più e chi meno. E che eravamo tutte connesse. Danzavamo in cerchio vestite di bianco e spesso accendevamo fuochi in mezzo al bosco, per festeggiare la nostra natura. Mi sembra di avere un vago ricordo da qualche parte nella mente, sprofondato in qualche piccolo neurone dimenticato, come un pezzetto di vita sbiadito, ma che comunque c’è stato. E forse per questo che mi chiedo sempre più spesso dove diavolo è finita questa sorellanza e perchè mai è successo che ci siamo perse di vista. Da sempre faccio il tifo per le donne. Per troppo tempo ci siamo messe al secondo posto, ostacolate nel realizzare i nostri sogni e sempre pronte ad aiutare il mondo, spesso a scapito della nostra felicità. E come se non bastasse si è inserita tra noi questa competizione assurda, per cui ci diamo la zappa sui piedi a vicenda e intrinse di invidia non vediamo il quadro completo, perdendoci come sotto un incantesimo nei suoi pezzi più piccoli. Ma solo i pezzi insieme completano la figura.

Foto: Zen, abito Qualcosa di Blu – Trieste

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Forse la colpa è anche della società che in molti modi (come i film, le battute, racconti) ci ha cresciute ripetendoci che le altre donne sarebbero state le nostre peggiori nemiche. Magari è accaduto perché chi detiene il potere (in questo caso l’universo maschilista) sa che le persone discriminate si possono controllare solo una volta e separatamente. E noi ci siamo cascate, come mele bacate, magari sperando di crescere ancora più belle, forti e simpatiche, mettendoci una conto l’altra, dimenticandoci che l’unione fa la forza e che una volta eravamo sorelle di sangue e spirito e parlare male alle spalle era come mettere in atto un peccato divino, qualcosa che comunque ti si ritorceva contro e quindi non lo facevi. Punto. Non sia mai che io voglia tornare indietro nel tempo, per carità, sto benissimo dove sto, ma mi piacerebbe sentire un po’ più di stima, simpatia e rispetto da chi ha le mie stesse radici.

Foto: Zen, abito Qualcosa di Blu – Trieste

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E invece mi imbatto in commenti acidi, critiche insensate, cattiverie appese a un filo, che poi diventano ragnatele e ingabbiano tutti, creando circoli viziosi dai quali non sappiamo uscire. Ci scanniamo le une con le altre, quando invece siamo tutte regine e ciò che dovremmo fare è sostenerci la corona a vicenda. Perchè un giorno cade a me e il giorno dopo a te, ma va bene cosi, è la vita, purchè io non sia mai sola e possa contare su una sorella sempre pronta a darmi una mano. È cosi che dovrebbe funzionare, senza invidie e sguardi di traverso, che il mondo è gigante e vasto, con tanto spazio per tutte e altrettante strade da percorrere, che la vita è un soffio, “un equilibrio sopra la follia“, ti giri due volte e vengono a mancare le persone che ami, ma la terza tocca a te. Che senso ha, quindi? Dovremmo tutte avere uno spazio comune nel quale le donne si affidano ad altre donne accumunate dallo stesso disagio e dallo stesso senso d’impotenza e frustrazione, ma anche dalla stessa gioia, amore e beatitudine, perchè la mia felicità è la tua e se oggi non sono stata brillante, lo sarò domani, ma tu nel frattempo aggiustami la corona.

Foto: Zen, abito Qualcosa di Blu – Trieste

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Amiche mie, la sorellanza è potente e non dovrebbe nascere solo tra amiche, o sorelle di sangue. Dovrebbe essere il nostro utero comune, un filo rosso che lega le nostre anime e ci rende non solo straordinariamente forti, ma anche superiori a tutto, serene, coraggiose e immensamente felici.

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