Un errore ripetuto più volte è una decisione: quando la vita ci chiede di svegliarci
Ci sono frasi che colpiscono come verità improvvise, sassi lanciati contro le finestre del sonno interiore. “Un errore ripetuto più volte è una decisione” è una di quelle. Semplice, cruda, innegabile. Perché arriva un momento nella vita in cui non possiamo più fingere di non sapere. Non possiamo più dirci che è colpa della vita, del destino, dell’altro, del tempo. È colpa nostra, ma in senso sacro: è responsabilità nostra.

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La soglia tra l’inconsapevolezza e la scelta
All’inizio gli errori sono passi incerti, cadute inevitabili. Sono umani, e necessari. Servono per imparare, per toccare con mano ciò che non funziona, per distinguere l’ombra dalla luce. Ma quando un errore si ripete, quando torna a bussare con lo stesso volto, con le stesse emozioni, con lo stesso dolore… allora non è più solo un errore. È un segnale. È un bivio. E scegliere di ignorarlo è, appunto, una decisione.

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Il libero arbitrio non è solo libertà di fare, ma anche responsabilità dell’essere
In un mondo spirituale, ogni anima ha il compito di evolversi. Ogni lezione è un invito all’ascolto. Ma la crescita non è mai passiva. È un atto di volontà. E ogni volta che ripetiamo un errore che conosciamo, stiamo dicendo sì a una realtà che ci fa male, forse perché ci è comoda, forse perché ci fa paura il cambiamento. Ma quel sì ha un prezzo: la stagnazione dell’anima.

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Perché restiamo negli stessi errori?
La risposta è spesso semplice: paura. Paura di uscire da ciò che conosciamo, anche se ci fa soffrire. Paura di perdere abitudini, relazioni, sicurezze. Paura di non sapere chi siamo senza quel dolore. A volte l’errore diventa identità, maschera, corazza. E il cambiamento ci sembra un salto nel vuoto.
Ma il vero vuoto è restare dove non c’è più vita.
Il risveglio: riconoscere la propria parte
Il primo passo per cambiare è guardarci senza filtri. Dirci la verità. Ammettere che lo sappiamo, che vediamo, che sentiamo. L’intuizione non mente. Il corpo non mente. L’anima urla quando qualcosa non va. Smettere di giustificare è un atto di amore verso noi stessi. È come accendere una luce dentro: “Lo so. E se continuo, lo scelgo.”

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Trasformare la decisione in rinascita
Quando smettiamo di ripetere l’errore, non tutto si risolve subito. Ma cambia la direzione. È un atto di potere spirituale. È dire all’Universo: “Sono pronta a guarire.” E in quel momento, nuove porte si aprono. Nuovi insegnamenti arrivano. Le persone cambiano, i percorsi si riallineano.
La vita premia chi osa diventare sé stesso.

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Conclusione: l’errore non è mai un nemico
Anzi, è un alleato. Ma solo se abbiamo il coraggio di ascoltarlo. Ogni errore ci accompagna finché non impariamo. Finché non scegliamo davvero. E la verità è che possiamo sempre cambiare strada. Sempre. Anche dopo mille cadute. Anche dopo anni di silenzio.
Perché il momento della decisione arriva quando scegliamo la luce. E quello, è l’inizio di tutto.