A volte possiamo fare solo un respiro profondo e aspettare
Dicono che il silenzio sia l’arte che alimenta la saggezza, quindi a volte non c’è altra scelta che usarla per rispondere correttamente, per evitare conversazioni e azioni inutili. Fare un respiro profondo e aspettare in determinati momenti è l’opzione migliore. Certo é che non siamo in un momento storico facile; dopo più di due anni di pandemia veniamo ora massacrati, soprattutto emotivamente e moralmente, dalle immagini crude della guerra. E chi ha un pizzico di sale in testa di certo si rende conto che non é una guerra dall’altra parte del mondo, ma praticamente dietro a casa. Insomma, la storia si ripete e l’ingordigia degli uomini le fa da contorno, come fossimo nati tutti con un chip difettoso che ci fa dimenticare l’unica cosa che alla fine conta: i rapporti umani.

Foto: Zen

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Chi lavora in ambito psicoterapeutico vede spesso notevoli progressi nel paziente che resta in silenzio. Può sembrare contraddittorio, poiché la terapia si basa su un potente scambio attraverso la parola. Il mezzo, dunque, è il dialogo che agisce come un’energia che confronta, approfondisce, risveglia e ricostruisce. A volte anche il silenzio é una risposta, così come fare nulla e aspettare; in questo “fare niente” c’é in realtá un’azione concreta che é pur essa una decisione. Se poi stacchiamo da tutto questo mente e cuore e pensiamo solo razionalmente, ci rendiamo conto che le decisioni politiche ed economiche non sono mai state nelle mani del popolo, ma in quelli di chi del popolo se ne frega proprio. Quindi non ci resta che fare l’unica cosa possibile: aspettare, aumentare la nostra intuizione, lavorare sull’empatia e renderci conto ora più che mai che siamo davvero, profondamente e incredibilmente connessi.

Foto: Zen

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Questa connessione in realtá non é un male, ma serve a farci capire che siamo tutti anelli della stessa catena. All’apparenza ci sono anelli forti e anelli deboli, ma la sostanza rimane la stessa: ne manca solo uno e la catena si spezza. Restare in silenzi, aspettare e fare un respiro profondo rappresenta spesso un momento cruciale. Un momento in cui ritorniamo verso noi stessi e ci prendiamo il tempo necessario per scoprire le cose che contano davvero, in primis i rapporti con il mondo e gli altri, perché alla fine sono quelli che creano la vita. Una guerra può spazzare via tutto, ti priva della casa, del lavoro, della dignitá, ti fa prendere paura, ti fa morire dentro, ma sopravviverá sempre chi sará capace di adattarsi prima e meglio. E se lo facciamo insieme siamo indubbiamente più forti e forse anche più consapevoli dell’importanza che abbiamo gli uni nella vita degli altri.

Foto: Zen

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Il silenzio a volte agisce come un risveglio della coscienza, e ciò è eccezionale. Non solo ci aiuta a gestire al meglio conversazioni o situazioni specifiche, ma è anche un canale in cui possiamo entrare in contatto con noi stessi per smettere per un momento di “fare” e semplicemente “essere”. Oggi vi invito a fare proprio questo: essere, che sembra poco, ma in realtà é tutto.
Neva
Draga Lorella, nimam komentarja . . . vse ste povedali
Lorella Flego
Objem in hvala! Grazie
Anna
Grazie Lorella,condivido pienamente ogni tuo pensiero.
P.S. le immagini in bianco/nero sono fantastiche!!!!
Lorella Flego
Grazie amica mia, ti abbraccio forte!