Imparare a Volare
Ci sono momenti in cui ci lasciamo trascinare dalle parole, in cui il pettegolezzo scivola via dalle labbra quasi senza accorgercene. A volte è un semplice commento, altre volte un giudizio più pesante. E poi, a distanza di tempo, arriva quel senso di rimorso, quella consapevolezza che le parole, una volta dette, restano nell’aria come piume che non possiamo più raccogliere. Mi sono chiesta spesso perché accada. Forse è un modo per sentirsi parte di un gruppo, per riempire i silenzi, o semplicemente per distrarsi dai propri pensieri. Ma la verità è che ogni parola che diciamo dice molto più di noi che della persona di cui stiamo parlando.

Foto: Zen

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Vorrei essere al di sopra di tutto questo. Vorrei avere la capacità di fermarmi prima, di sorvolare come fanno gli uccelli, che vedono il mondo dall’alto senza perdersi nei dettagli inutili. Perché alla fine, che valore ha un commento superficiale? Nulla, se non il peso che lascia dentro. Immagino un piccolo incantesimo, una magia personale: ogni volta che nasce l’impulso di lasciarsi andare al pettegolezzo, fermarsi e respirare. Guardare la situazione da una nuova prospettiva, proprio come se fossimo in volo. E chiedersi: “Questa parola costruisce o distrugge? Mi fa sentire meglio o peggio?”

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Non si tratta di reprimere i pensieri, ma di trasformarli. Il mondo è già pieno di chi giudica, di chi punta il dito, di chi trova difetti negli altri per non guardare i propri. La vera forza sta nel rimanere leggeri, nel lasciare andare certi meccanismi e scegliere parole che costruiscono, che ispirano, che portano bellezza. Non sempre ci riusciremo, ed è normale. Ma ogni volta che ci fermiamo prima di parlare, ogni volta che scegliamo il silenzio invece di una critica, ogni volta che guardiamo dall’alto invece di scendere nei dettagli inutili, stiamo facendo un passo verso una versione migliore di noi stessi.

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E quando si alza il vento, diventa un messaggero silenzioso, che scivola tra le pieghe del nostro essere, portando con sé la leggerezza di ciò che non serve più. È come un respiro dell’anima, che accarezza i pensieri, li solleva, e li porta lontano, verso l’infinito. Quando il vento soffia, sembra che l’universo stesso si animi, che ogni particella di vita si muova al ritmo di una danza segreta, una melodia che solo chi sa ascoltare può percepire. Il vento non chiede nulla, ma dona tutto: la libertà di lasciar andare, il coraggio di fluire, la pace di essere senza radici. È il respiro divino che scivola nell’intimità del nostro spirito, ricordandoci che, come il vento, anche noi siamo fatti di essenza invisibile, pronti a danzare tra gli spazi infiniti dell’esistenza.

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E così, impariamo davvero a volare.