L’imperfezione è meravigliosa
La perfezione non esiste. A maggior ragione, i vantaggi psicologici dell’imperfezione (e della sua accettazione) sono immensi, ci rendono più liberi e favoriscono un benessere adeguato. Recentemente mi sono avvicinata, grazie all’estrema sensibilià di una cara amica, alla filosofia del Wabi Sabi, che si riferisce a concetti profondi e interiori come l’umiltà, la semplicità e la solitudine. Un modo di vivere in pace con se stessi e con l’ambiente. Il Wabi Sabi è un concetto Zen che richiama la capacità di vedere la bellezza nell’imperfezione. È una filosofia orientale che ha molto successo in Occidente. Non solo come strumento per la crescita personale, ma anche come via per il perseguimento di un’esistenza piena e felice. È l’arte dell’armonia e del benessere nell’imperfezione, è la capacità di trovare la bellezza anche nelle cose semplici. Wabi Sabi è, in breve, l’accettazione del non convenzionale. Definisce un modo di vivere in pace con se stessi e con l’ambiente, a partire dalla semplicità del quotidiano.

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Il Wabi Sabi sottolinea la bellezza nell’imperfezione, la grandezza nella semplicità, ma senza sottovalutare la decadenza del mondo in cui la tristezza e la desolazione si fondono in una malinconia assoluta. Se ci pensiamo bene le avversità che affrontiamo nella vita possono essere un’occasione per diventare persone più forti e più belle, dato che le cicatrici delle avversità sono un modo per ricordare che, nonostante la sofferenza e la sfortuna, l’individuo ha sempre la capacità di rinnovarsi in maniera integrale grazie al potere della resilienza. Uno dei valori che sarebbe importante trasmettere già dall’infanzia è quello di saper apprezzare l’imperfezione che è in noi, soprattutto oggi, in un’epoca votata al consumismo in cui pare molto facile scartare tutto ciò che non risponde a criteri estetici omologati, e spesso dettati dai mass-media. La vera sfida consiste dunque nella capacità di imparare ad apprezzare la bellezza delle piccole cose, anche quando sembra che quel che abbiamo davanti sia “diverso” ed “imperfetto” rispetto ai canoni attuali.

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La capacità di tollerare i propri “limiti” significa donarsi la possibilità di essere più in pace con se stessi, di godere più profondamente della vita, di provare più amore verso se stessi e gli altri. Possiamo quindi lamentarci, arrabbiarci, piangere per anni sulle nostre imperfezioni senza che nulla mai cambi o possiamo invece provare a cambiare prospettiva e lasciare che questo ci cambi. Ognuno di noi crede di dare il meglio di sé. Sempre. Solo che a volte il meglio non coincide con l’idea di perfezione che hanno gli altri rispetto alla nostra. Alcune persone semplicemente ne prendono atto, mentre per altre è un vero e proprio colpo all’autostima. Essere imperfetti oggi vuol dire principalmente poter essere se stessi, accettarsi senza preoccuparsi troppo del giudizio altrui, che sa essere superficiale ed effimero, molte volte espresso senza neppure conoscerci. Rimane una grande incognita capire come mai ascoltiamo il giudizio di persone, dalle quale non accetteremo mai un consiglio…Sarebbe molto meglio ignorarle e andare avanti per la propria strada.
Come disse una volta la mitica Franca Sozzani:
Una volta per tutte: non esiste una formula della bellezza. E neanche una dell’estetica. Alto più magro non fa bello. E abito firmato più accessori firmati non fa elegante. Non ci sono parametri matematici. Sia per il corpo che per l’abbigliamento.Come in matematica esiste però la variabile impazzita. Quella che cambia tutti i risultati. Ed è quella che permette di rimettere sempre tutto in discussione.

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L’imperfezione è la nostra spinta a evolvere e migliorare.
Anna
Bellissimo post,Grazie!
Anche Giacomo Leopardi sosteneva che la bellezza NON esiste,è solo un punto di vista.
Felice Week!
A.
Lorella Flego
Probabilmente aveva ragione!