Alla base della felicità c’è sempre una buona dose di autosima
Se dicessimo che l’autostima è il segreto per la nostra sopravvivenza, qualcuno potrebbe ritenerla un’esagerazione. Ma non lo è. Carl Rogers ha definito questa dimensione come il nucleo della personalità. Gli psicoterapeuti e gli esperti in materia, come Nathaniel Branden, la intendono come quel bisogno umano che contribuisce al sano processo della vita in ognuna delle sue fasi. Molte persone hanno un’idea distorta dell’autostima. In realtà, non si tratta di sviluppare un’autostima forte perché un’eccessiva autostima porta a condotte narcisistiche. Un’autostima sana è quella che sa essere umile. Fa uso di un atteggiamento vicino, flessibile, capace di comportarsi in modo semplice apprezzando le cose semplici e facendo attenzione a quello che conta davvero. Le persone con una buona autostima hanno sconfitto quella presenza che limitava le loro vite, le loro scelte e i loro desideri: la paura. Sappiamo che la paura è un’emozione che ci garantisce la sopravvivenza, ma a volte diamo troppo potere a timori che non sono utili e che altri ci proiettano.

Vir: Freepik

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Un’altra aspirazione per raggiungere la vetta dell’autorealizzazione, come direbbe Abraham Maslow, è essere coerenti. Coerenti tra quello che diciamo e quello che facciamo. Essere responsabili di ogni cosa che facciamo e delle possibili conseguenze. Per allenare il muscolo dell’autostima dobbiamo concentrarci sul momento presente. Il passato non esiste più, il futuro non è ancora successo: il presente è tutto. L’autostima è quel processo personale che ci porta ad attribuirci un valore, è l’atteggiamento che ciascuno di noi ha di sé stesso e comprende elementi cognitivi, emotivi e comportamentali, essa può essere definita come la valutazione che la persona ha di se stessa: come sono? quali sono i miei punti di debolezza, quali quelli di forza? Essa è definita dal rapporto tra come ci vediamo e come vorremmo essere e aumenta quando viviamo nel rispetto dei nostri valori. È un processo attivo e dinamico, permette di accettarsi, di volersi bene e di voler bene agli altri.

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Maggiore fiducia in noi stessi significa maggiore capacità di decidere, migliori soluzioni e maggiore capacità di gestire stress ed emozioni. La convinzione di non essere all’altezza, sia in ambito lavorativo sia relazionale, facilita la messa in atto di una serie di comportamenti poco funzionali alla propria felicità. Subire le emozioni anziché esserne padrone equivale a perdere potere e capacità decisionale legittimando sensi di colpa e paure che bloccano la propria vita. I fallimenti sono vissuti come percezione negativa di sé. I “no” facilitano nella convinzione di essere inadeguate e la paura del giustizio blocca le proprie ambizioni. In questo vortice si genera un circolo vizioso che limita il proprio potenziale. L’autostima è un perno fondamentale intorno al quale ruota la nostra intera esistenza e nutre la propria felicità.