L’illusione della vetrina e il vuoto della stanza
Viviamo un tempo strano, un’epoca in cui tutto deve essere esposto, mostrato, incorniciato come fosse un’opera d’arte. Ma non un’arte che nasce dall’anima, bensì una costruzione pensata per essere vista e applaudita.
Questa è un’epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra per occultare il vuoto che c’è nella stanza
dice il Dalai Lama, e mai come oggi questa frase suona vera.

Foto: Zen

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Ci sono persone che ostentano titoli, premi, riconoscimenti, come se l’essere umano fosse solo il risultato di un curriculum ben scritto. Ci si vanta dell’università frequentata, del lavoro ottenuto, delle conoscenze altisonanti. Ma cosa resta quando si chiude la porta della stanza? Chi siamo quando nessuno ci guarda? Ho incontrato persone vuote, e ne ho amato alcune. Erano belle, piene di lustrini, sempre nel posto giusto al momento giusto. Eppure, nel silenzio, si sentiva l’eco di una solitudine immensa. Come se non bastasse mai quello che avevano, come se il valore dipendesse dagli occhi degli altri.

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Ci sono rapporti che si trascinano solo perché non abbiamo il coraggio di dichiararli morti. Relazioni d’amore, d’amicizia, collaborazioni professionali: pezzi di vita che teniamo in piedi per paura del vuoto che potrebbero lasciarci. Ma quel vuoto esiste già, anche se fingiamo di non vederlo. È lo spazio tra due persone che si sono allontanate senza dirselo, è il silenzio nei messaggi che non arrivano, è la distanza che si riempie di menzogne di circostanza.

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Eppure, la verità è che il valore di una persona non sta nelle etichette che indossa o nei riconoscimenti che riceve. Vale per ciò che è, per la sua essenza, per quello che rimane quando tutto il resto crolla. È il calore che lascia dopo una conversazione, la gentilezza con cui guarda il mondo, l’onestà con cui si mostra, anche nelle sue fragilità.

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Sarebbe bello se imparassimo a chiudere la finestra e ad arredare la stanza. A riempirla di cose vere, di emozioni autentiche, di relazioni che non hanno bisogno di essere esibite. Forse, così, non avremmo più paura di restare soli, perché avremmo finalmente trovato noi stessi.