La felicitá é un attimo, ma può durare in eterno
Bizzarro e affascinante questo nostro cervello, una macchina che non si spegne mai e che pertanto risulta alquanto difficile controllare. Certo ci possiamo provare, ma ci vogliono tanto allenamento e costanza per riuscirci. Il fatto é che la cosa ideale sarebbe provarci sempre e non mollare mai, ma quando siamo felici non ne abbiamo proprio voglia, é solo nei momenti bui che scatta il desiderio di migliorare per stare meglio. Il nostro cervello, evolvendosi, si è organizzato in modo tale da farci sopravvivere alle condizioni più estreme, così allo stesso modo ci adattiamo alle abitudini più gradevoli. Pertanto, quando le cose sono sempre uguali, vanno sempre abbastanza bene, gli stimoli sono costanti e tutto è familiare, tendiamo a dare tutto ciò per scontato e ci adattiamo. Tutte le piccole cose che possono farci felici come ridere con gli amici o passare del tempo in famiglia, possono ricadere nella routine e non procurarci più alcun piacere.

Foto: Zen

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Beh, la questione dell’adattamento ha di certo dato tanti buoni frutti, ma dall’altra parte notare il bello dentro e fuori di noi é sempre una grande cosa. Come disse Kant a suo tempo:
Ci sono tre semplici regole per essere felici: qualcosa da fare, qualcuno da amare, qualcosa in cui sperare.
L’estate é, a suo modo, la stagione della felicitá, sempre associata all’abbondanza e alla luce, alla nascita, alla natura che ci ricorda di amare la vita e rallentare. Con il caldo poi non c’é davvero nulla di male nello stare fermi e godersi ogni attimo delle cicale che gridano come pazze nei giardini che ci circondano. La luce cambia, l’aria diventa più densa, i tramonti sono incantevoli e accarezzano il cuore. Nelle piccole cose si trovano le grandi gioie delle vita e possono durare per sempre.

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Penso che la felicità sia un sacco di cose riunite insieme. È gratitudine, umorismo, senso di meraviglia, disponibilità a perdonare e ad amare. La felicità non è ciò che riceviamo, è ciò che diamo agli altri. La vita scorre più velocemente di quanto pensiamo e quindi dobbiamo sfruttarla al meglio: se sentiamo di non essere felici è tempo di cambiare. Questi sono i miei cinque semplici passi verso la felicità:
- Il primo passo è rendersi conto che i nostri pensieri creano la nostra realtà. I pensieri sono positivi o negativi, e sta a noi decidere quali scegliere!
- Il secondo passo è riconoscere che i nostri pensieri influenzano anche gli altri.
- Il terzo passo è riconoscere che la felicità non è solo sentirsi bene nel momento, ma anche creare felicità a lungo termine.
- Il quarto passo è capire che la felicità non è qualcosa che riceviamo dagli altri, ma viene da dentro.
- Il quinto passo è rendersi conto che la felicità viene dal fare ciò che amiamo, non da ciò che pensiamo di dover fare; dal fare le piccole cose che ci rendono felici e aiutano la nostra crescita personale, non da ciò che ci rende ricchi; dal seguire i nostri cuori, non le regole della società; dal lasciar andare le cose che ci rendono infelici e quindi dal non aggrapparci alle cose che ci rendono infelici.

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Ci vuole coraggio per scegliere la felicità rispetto alla paura; ci vuole perseveranza per scegliere la felicità sempre, anche quando ci troviamo in una situazione negativa. La vera felicità non riguarda il successo, ma vivere la vita. Riguarda il viaggio, le persone che incontri lungo la strada e tutti i piccoli momenti che compongono la tua giornata. Non si tratta di essere ricchi o famosi, si tratta di essere felici con ciò che sei e ciò che hai. Non è un costante stato di beatitudine, ma piuttosto un paesaggio in continua evoluzione, pieno di alti e bassi, che costituiscono un’intera esperienza di vita.
Permettetemi di concludere con questa fantastica citazione di Carlos Santana:
Noi siamo capaci di creare miracoli, e il più grande miracolo è creare un capolavoro di gioia dalla nostra vita, senza scuse. La cosa su cui mi concentro va dritta al cuore. Vado prima dal mio, perché se non lo sento io, non lo sentirai neanche tu. Faccio un respiro profondo e ricordo a me stesso che prima di darlo a te, devo darlo a me stesso.
Foto: Zen
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***Nel caso vi interessasse, indosso un abito Rihoas