Quel bosco, che porta sempre a noi stessi
Si chiama Waldeinsamkeit ed è un termine solitamente tradotto con “solitudine della foresta”. L’ho trovato casualmente, navigando nel web, e ho pensato:”Beh, questa è proprio una parola che fa al caso mio”. Tra gli alberi della Foresta Nera o tra le montagne dell’Harz, nel parco nazionale in Baviera o nei boschi del centro cittadino a Berlino e Monaco, ogni tedesco ha esperito il Waldeinsamkeit. Questo, come molti altri termini fortemente evocatividella lingua tedesca, non ha una traduzione letteraria. Tuttavia, quando si parla di Waldeinsamkeit, ogni tedesco capisce ci si sta riferendo alla sensazione di trovarsi da solo immerso tra gli alberi. Da qualche anno a questa parte, lo spirito di questo sentimento sta investendo sempre più persone.

Foto: Zen

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Trovarmi da sola ne bosco non mi ha mai dato fastidio, anzi. Ci sono andate anche di notte, con la neve e il freddo, completamente sola ma non impaurita. Alla ricerca di qualcosa, non so neppure bene cosa, ma una volta uscita da quel folto nido di fronte, cortecce intrecciate e sentieri profumati di nuovo, ho sempre trovato me stessa. Il silenzio assoluto della natura è una carezza per l’anima, il verde riporta indietro nel tempo e le sue mille sfumature hanno un qualcosa di magico, di certo riflettono ognuna di noi. In ogni donna infatti ci sono un’infinità di sfumature diverse e non ho dubbi che tra queste ci sia anche il verde.

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Nella mia casa nel bosco lascio tutto alle spalle. Mi dimentico del tempo, del lavoro, delle persone. Mi dimentico di tutto. Sono le cose semplici a saltare all’occhio; quella fronda che ti fa ombra quando fa davvero caldo, quel tronco che hai voglia di abbracciare perchè sai bene che ha visto e sentito un sacco di cose, il sentiero di foglie che diventa croccante sotto i piedi. Lo stretto legame dell’uomo con la foresta e i benefici psicofisici che ne derivano, si possono leggere nella cornice della cosiddetta “biofilia”, ovvero dell’attrazione istintiva che l’uomo prova per la natura e le altre forme di vita. I benefici del contatto con gli elementi naturali hanno una matrice in comune: la sensazione di benessere e di rilassamento che si prova davanti a scenari naturali.

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In questi giorni di settembre tutto profuma di vita, ma in modo diverso. Ci sono le foglie che seccandosi cadono e sprigionano il loro odore, ci sono i funghi, sempre semi nascosti e al sicuro, che parlano di vita magica, c’è il muschio che diventa morbido e fatato, a proteggere ció che è comunque difficile vedere. In mezzo a tutto io, in punta di piedi e silenziosa, per non disturbare ció che Madre Natura ha fatto. Con l’immaginazione respiro il bosco: assorbo energia dalla vita intorno, vedo colori che sembrano brillare al sole scopro mille ragnatele che mi danzano sopra ala testa e le felci sembrano sorridere.

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Abbraccio il mio albero preferito con grande rispetto. È l’incontro finale con me stessa sulla scia di un simbolismo ancestrale e archetipo. L’albero è simbolo di radicamento alla terra e, allo stesso tempo, rappresenta un impulso vitale con la sua determinazione a proiettarsi verso il cielo, in cerca del sole e della luce. Come me.